Alimentazione e Coronavirus: riflessioni e studi

Premessa
In questi giorni di “vita sospesa” per tutti noi Italiani, soprattutto nella nostra Regione Lombardia e nella nostra città Milano, abbiamo assistito ad un grande impegno degli ospedali e di tutto il personale sanitario nell’affrontare questa nuova pandemia da Coronavirus. Le Terapie Intensive, i reparti di Malattie Infettive, le Pneumologie, sono stati i primi reparti d’emergenza presi d’assalto, ma velocemente tutti i reparti specialistici dei grandi ospedali, si sono trasformati in reparti Covid per accogliere le enormi esigenze di ricoveri, per l’emergenza sanitaria da Covid 19.
Negli ospedali sono arrivati i casi più gravi, ma un numero assai più alto di persone si è curato e si sta curando a casa, altri sono entrati a contatto con il Coronavirus senza saperlo, perché completamente asintomatici.
La lotta alla pandemia da Coronavirus non è purtroppo finita, nei prossimi giorni inizieranno a riaprire alcune attività ma la sorveglianza deve essere ancora alta.

Nell’ambito della Nutrizione Clinica, dalla dichiarazione di Pandemia da Covid 19 e dai primi ricoveri, sono stati condotti studi osservazionali in alcuni Hub Ospedalieri Covid di riferimento della Regione Lombardia, che hanno permesso di raccogliere dati iniziali interessanti, che di seguito vi riportiamo.

NUTRIZIONE E CORONAVIRUS

Partiamo dai pazienti Covid 19 più gravi ricoverati nei reparti di Terapia Intensiva
Quali sono le condizioni nutrizionali in cui si presentano i pazienti Covid al momento del ricovero? Tendenzialmente i pazienti si presentano con Body Mass Index piuttosto elevato, da 26 kg/m2 in su, quindi in sovrappeso. Lo stato nutrizionale di partenza è molto importante perché, da alcune evidenze preliminari che si stanno valutando attraverso uno studio multicentrico chiamato Nutri-Covid19, emerge come il sovrappeso e la presenza di caratteristiche tipiche della sindrome metabolica quali diabete, dislipidemia, resistenza insulinica, sembrino costituire un fattore predittivo dello sviluppo di complicanze più severe, in particolare di insufficienza respiratoria grave. L’immediata e grave reazione infiammatoria, la necessità di essere sottoposti a ossigenoterapia con casco o nei casi più gravi l’intubazione, porta all’insorgenza di anoressia con severo calo ponderale/malnutrizione. Un intervento nutrizionale tempestivo individuale – Nutrizione Enterale/Parenterale – si è rivelato parte integrante della terapia Covid 19.

Pazienti Covid 19 ricoverati con sintomi meno gravi.
La maggior parte dei pazienti oggetto di studio che sviluppano sintomi Covid 19, presentano sin dalla prima fase della malattia, mancanza di gusto e olfatto nei confronti del cibo, sintomi che uniti a febbre, tosse e difficoltà respiratorie, non permettono di alimentarsi in modo adeguato. Gli studi riportano che è necessario puntare su diete speciali ad alta densità energetica e facile digeribilità: diete di consistenza morbida, frullata o semiliquida, in maniera che i pazienti possano assumerle con facilità senza particolari complicazioni, anche per l’impossibilità di essere assistiti ai pasti per motivi di sicurezza. Si consiglia l’assunzione di integratori a base di siero di latte. Si tratta di proteine ad alta digeribilità con proprietà immunomodulanti e antinfiammatorie; esistono molti dati in letteratura sulla protezione da infezioni di queste proteine. Si ritiene basilare un supporto non solo calorico/proteico per la prevenzione della perdita di muscolo, ma anche di nutrienti con un profilo interessante sotto l’aspetto dell’azione antinfiammatoria/antiossidante, per evitare che i pazienti Covid19 possano progredire verso l’insufficienza respiratoria o addirittura la terapia intensiva.

Pazienti Covid 19 in isolamento domiciliare
I pazienti in isolamento domiciliare sono i pazienti non campionati negli studi osservazionali in corso, perché non ricoverati e non monitorati sul territorio dalla Medicina di Base. E’ presumibile pensare che l’insorgenza dei sintomi e l’infiammazione, anche se fortunatamente meno aggressiva, abbia coinvolto comunque la loro alimentazione, con ripercussioni sullo stato nutrizionale, il peso e la forza muscolare. Stanno nascendo ora i primi ambulatori post-Covid per i pazienti guariti e l’aspetto nutrizionale sarà considerato all’interno di team multidisciplinari, per la messa a punto di protocolli di riabilitazione funzionale, in cui la nutrizione giocherà sicuramente un ruolo molto importante.
In attesa di visite nutrizionali individuali ed accurate, sulla base dell’esperienza maturata sul campo dai colleghi ospedalieri, è possibile fornire qualche suggerimento anche per i pazienti in isolamento domiciliare? In linea con altri studiosi, il consiglio del Dott. Riccardo Caccialanza, Direttore della UOC di Nutrizione Clinica dell’Ospedale San Matteo di Pavia che ha trattato molti casi Covid19 nei giorni della grande emergenza, è quello di assumere sicuramente un multivitaminico a dosaggio standard e un’integrazione di vitamina D a basso dosaggio, tra 1.000 e 2.000 Ui/die, in quanto vi è un’alta probabilità che vi sia un deficit di tali vitamine che va sanato. È importante, inoltre assumere alimenti freschi stagionali, avere una dieta equilibrata, cercare di mantenere un buon apporto proteico e di favorire, laddove possibile, una discreta attività fisica a domicilio per preservare la massa muscolare utile nel facilitare il recupero post convalescenza.

A cura della Dott.ssa Luisa Cioni